«Pensavamo che fossero pistole softair»
Nota della redazione di Soft Air Dynamics: e se i magistrati svizzeri, oltre a punire i ragazzini terribili che hanno preso le armi, considerassero anche le responsabilità dei poliziotti che le hanno lasciate incustodite? Perché, quasi quasi, ci sembra che a confonderle per ASG siano stati proprio i tutori dell’ordine. Ok che sono in Paradiso, ma sai com’è…
«Pensavamo che fossero pistole softair»
Questa la versione dei ragazzi entrati all’ex Eden, durante un’esercitazione della polizia cantonale. L’inchiesta ha ricostruito la dinamica dei fatti
Articolo di Francesco Lepori per RSI News
Pardiso (Cantone Ticino, Svizzera), 5 maggio 2023 – Emergono nuovi dettagli dall’inchiesta avviata contro i minorenni che il pomeriggio del 19 aprile entrarono abusivamente all’ex Hotel Eden di Paradiso, mentre era in corso un’esercitazione della polizia cantonale.
A introdursi nello stabile furono otto ragazzi (quattro dei 12 fermati sono infatti risultati estranei alla vicenda). Negli spazi che un tempo ospitavano il bar, videro tre pistole. Cinque di loro scapparono. Gli altri decisero invece di rimanere, e di impugnare le armi che gli agenti, impegnati ai piani superiori, avevano depositato lì su ordine dei responsabili.
Uno dei tre sparò nel corridoio. Il secondo premette il grilletto accidentalmente, dallo spavento. Il terzo non fece nulla. Poi tutti lasciarono cadere le pistole, e corsero verso l’uscita. Lì si ricordarono però della presenza delle impronte digitali. Allora tornarono indietro, le ripreso e andarono sulla terrazza per gettarle nel lago. Due finirono in acqua; la terza venne nascosta dietro un vaso.
Infine l’arrivo dei poliziotti. Gli spari non li avevano nemmeno sentiti. Erano scesi al pianterreno semplicemente perché avevano ormai terminato l’esercizio. Il perimetro fu subito passato al setaccio. Nonostante gli sforzi, i due proiettili non sono tuttavia ancora stati trovati.
«Pensavamo che si trattasse di pistole softair. E comunque, nessuno dei due spari partì intenzionalmente», hanno dichiarato i giovani a verbale. I tre ragazzi (uno dei quali con un piccolo precedente penale) hanno ammesso che erano già entrati, in un paio di occasioni, nell’ex albergo, dove campeggerebbe anche una scritta contro la polizia. Delle intrusioni all’ex Eden – poco importa di chi – non sarebbero insomma mancati i segnali.
Le ipotesi a carico dei minorenni vanno dalla violazione di domicilio all’esposizione a pericolo della vita altrui, dal danneggiamento all’infrazione alla legge federale sulle armi. Quanto ai responsabili dell’esercitazione, per il momento il ministero pubblico non ha avviato procedimenti penali. L’inchiesta amministrativa nei loro confronti è tuttora in corso.
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