Come si organizza una competizione di soft air
Punto per punto, come muoversi per affrontare l’impegno più difficile nella vita di un’associazione
Il game più difficile è quello che organizziamo. Vediamo, punto per punto, come muoverci per affrontare questo tipo d’impegno con successo eliminando i problemi
Articolo di Andrea “Jag” Ricci tratto da Soft Air Dynamics n. 46 (marzo 2013)
Facendo un bilancio della mia personale esperienza agonistica in seno allo CSAP (Coordinamento Soft Air Piemonte), mi rendo conto che, pur avendo partecipato a decine di competizioni (PCS, in particolare), la gara più difficile è quella in cui, con la propria associazione, si assume il ruolo di organizzatori.
Chi mette a disposizione il proprio club e i propri campi per ospitare un evento si trova ad affrontare una difficile sfida creativa, nella quale giocano ruoli importanti fantasia e disponibilità economica, il tutto con l’auspicio di creare qualcosa di unico, difficilmente confondibile con altre esperienze analoghe. Volendo quindi condividere la mia esperienza con voi lettori, ho pensato di scrivere questo articolo in forma di “vademecum”, passando all’esame gli aspetti essenziali che vanno considerati per la programmazione di un evento di media portata. Escludo dunque a priori i mega raduni sul genere del “Berget” svedese, che per loro stessa natura richiedono lo sforzo di numerosi club e il dispiegamento di mezzi e finanziamenti assolutamente fuori dall’ordinario. Al di sotto della superficie sfavillante dei grandi eventi di portata nazionale e internazionale, vi è una realtà fatta d’innumerevoli tornei e campionati regionali e locali, che costituiscono la base ludica e culturale di quasi tutti i softgunner.
Quale che sia la portata della sfida creativa, essa mette a dura prova le capacità logistiche e organizzative delle associazioni ospitanti, a maggior ragione quando le gare sono finalizzate alla definizione di una classifica generale, cosa che comporta una certa standardizzazione nell’impostare e gestire le competizioni. Per questo motivo, esistono dei punti fermi di cui tener conto, attorno ai quali possono ruotare altri elementi meno “rigidi”.
So bene che gli organizzatori più navigati conosceranno per filo e per segno la problematica, quindi mi rivolgo soprattutto a chi è alle prime armi, fornendo un quadro minimo della preparazione che si deve possedere per organizzare serenamente una gara.
Il campo
Prima ancora di pensare allo storyboard del game, è opportuno selezionare il terreno più adatto al tipo di giocata che andremo a svolgervi. A tale scopo, oltre a considerazioni d’opportunità tecnica, bisogna tener conto di svariati elementi.
Innanzitutto, il terreno dev’essere preferibilmente di un solo proprietario, o tutt’al più di un numero limitato di persone fisiche e/o giuridiche, così da potersi rapportare con esso/essi in modo chiaro ed efficace. Ancor oggi capita di assistere a spiacevoli voltafaccia da parte di proprietari (anche di porzioni minime del campo di gioco), che magari piantano grane proprio nel mezzo di una competizione.
Va compreso, d’altronde, il disagio che possono causare decine di automobili e centinaia di persone che, pur pacificamente e con la massima educazione, invadono un’area più o meno abitata alle prime ore di un giorno festivo, portando inevitabilmente trambusto.
Se facessimo una piccola indagine, scopriremmo che molti club che svolgono la propria attività nei pressi delle città utilizzano terreni molto frammentati, sui quali possono recarsi grazie ad una sorta di nullaosta verbale da parte dei proprietari, se non per tacito consenso di questi. Tuttavia, per organizzare un evento di una certa importanza ed essere in grado, all’occorrenza, di affrontare agevolmente eventuali problematiche, è necessario un livello di autorizzazione superiore, che possibilmente si concretizzi in un permesso scritto ad hoc.
Permessi e burocrazia
La maggior parte delle competizioni si svolge su terreni privati o demaniali in condizioni giuridiche quanto meno traballanti; se però tali condizioni toccano poco l’attività di gioco svolta in ambiente riparato (sia esso boschivo o urbano), va considerata invece attentamente l’occupazione di aree pubbliche o private per il parcheggio dei veicoli e l’allestimento delle aree logistiche. Occorre dunque informarsi presso le amministrazioni locali sui permessi da richiedere per l’occupazione del suolo pubblico e l’affissione di striscioni pubblicitari. Esistono infatti delle imposte (TOSAP/COSAP) e dei canoni non ricognitori che colpiscono l’occupazione del suolo pubblico nelle diverse modalità possibili, ad esempio con l’esposizione di striscioni mobili visibili dalle strade di competenza dell’ente impositore. A tal proposito, consiglio caldamente di posizionare questo tipo d’insegne in aree private idonee, in quanto i nuovi regolamenti emessi nel corso del 2012 da varie Regioni e Province consentono ad esse, sulla base di un solo censimento, di tassare per dodici mesi i soggetti fotografati mentre esponevano la cartellonistica di cui sopra.
Forze dell’ordine
Qualsiasi manifestazione, anche se di portata locale, è sempre inseribile nel contesto del pubblico interesse e, pur non necessitando della presenza della forza pubblica, richiede una puntuale comunicazione agli organismi di polizia, che peraltro si rivelerà del tutto vantaggiosa per i giocatori ospiti qualora venissero fermati per un controllo nei pressi dell’area di gioco. A tal fine, si raccomanda di adottare un comportamento di “basso profilo”, che difenda sì la dignità della nostra disciplina, ma implichi anche un minimo di comprensione per coloro che non la conoscono o non l’apprezzano.
Ambulanza e soccorsi
Nella speranza che i tragici eventi dell’anno scorso non si ripetano, si raccomanda agli organizzatori di disporre di un’ambulanza sul campo di gioco. Ora, anche se la richiesta e l’ottenimento del mezzo garantiscono di per sé la tutela formale, è possibile richiedere a molti enti di soccorso che i volontari siano dotati di equipaggiamento a spalla, in maniera che, all’occorrenza, possano percorrere il campo a piedi raggiungendo eventuali infortunati il più rapidamente possibile.
Sicurezza e responsaIbilità
Anche i cecchini e i figuranti dovranno essere assicurati, ma, soprattutto, il personale più specificamente “combat” (ad esempio le pattuglie di controinterdizione) dovrà godere della miglior copertura RC possibile, che offra adeguata tutela finanziaria in caso di danneggiamento involontario di beni o, peggio, di ferimento di terzi. Non esistono purtroppo aree totalmente sicure nel soft air: può accadere, ad esempio, che un ciclista avventuroso, in cerca di percorsi alternativi, giunga da una direttrice imprevista e, non vedendo cartelli di avviso, finisca per trovarsi in mezzo al fuoco incrociato.
Gli organismi di coordinamento locali dovrebbero predisporre e distribuire alle ASD affiliate una completa documentazione ad hoc, che spazi dall’accettazione del regolamento vigente alla distinta dei giocatori tesserati. Tra i vari documenti, un ruolo centrale spetta alla cosiddetta esenzione di responsabilità, di cui abbiamo già parlato esaurientemente su queste pagine; a dirla tutta, vi sono poche responsabilità oggettive da cui ci si possa svincolare, ma resta fondamentale, specie quando s’invitano squadre esterne al proprio campionato, far sottoscrivere ai loro componenti una valida assunzione di responsabilità con la quale, tra le altre cose, garantiscono di essere assicurati presso un ente di promozione sportiva o una compagnia assicurativa.
Conclusioni
Molte delle pratiche sopra consigliate sono già consuetudine per i club di soft air italiani, mentre altre appariranno probabilmente come eccessi di zelo. Indubbiamente, vi sono procedure che comportano dei costi in termini di tempo e denaro, ma si deve tener presente che, oltre a tutelare i giocatori, servono a garantire la necessaria copertura legale al presidente/organizzatore. Si tratta ovviamente di una protezione ad ampio spettro, priva di particolare specificità, ma che consente di affrontare l’organizzazione di un evento competitivo in modo corretto sia dal punto di vista legale che, soprattutto, burocratico. Dedicando una parte della fase organizzativa alla cura di questi dettagli, otterremo una formula che potrà adattarsi ad ogni nuova trama di gioco, offrendo un valido servizio al campionato locale e assicurandoci la possibilità, per il futuro, di riservare maggiori energie all’aspetto ludico-creativo.