Due parole, come softgunner, sul green pass obbligatorio
Oggi, venerdì 6 agosto 2021, entra in vigore l’obbligo del cosiddetto “green pass” per l’accesso a vari tipi di esercizi e/o servizi.
Nella nostra redazione, alcuni sono vaccinati contro il Covid, altri no. Tutti – anche a seguito dell’esperienza vissuta nell’ambito di questo sport, che fin dagli esordi ha dovuto subire discriminazioni e limitazioni assurde e pretestuose – consideriamo la libertà personale il bene più prezioso.
Non siamo “no vax”, ma siamo certamente contrari a qualsiasi forma di obbligo vaccinale, diretto o indiretto, rivendicando in merito il sacrosanto diritto alla libertà di scelta. Per questo siamo anche “no pass”, perché riteniamo che l’imposizione del cosiddetto “green pass” – lungi dall’essere una soluzione per combattere il Covid – non rappresenti che un modo surrettizio per costringere la gente a vaccinarsi e per esercitare uno stringente controllo sociale sulle persone e la collettività.
In ogni caso, vi ricordiamo che:
• non occorre il green pass per praticare il soft air;
• non occorre il green pass per fare colazione al banco del bar la mattina sulla strada per il campo di gioco;
• non occorre il green pass per consumare all’aperto nei bar e nei ristoranti, e la maggioranza dei bar e dei ristoranti in Italia dispone di dehor, cioè di appositi spazi esterni;
• quando verrà la stagione fredda, se sarà il caso, chi non è vaccinato potrà munirsi di “green pass” – e dunque consumare al chiuso – dopo essersi fatto un bel tampone;
• a nostro modesto avviso, l’obbligo del “green pass” causerà tali disastri che, molto probabilmente, verrà revocato o rivisto in tempi più brevi di quanto possiamo immaginarci (si legga QUESTO ARTICOLO per farsi un’idea di quanto sia giuridicamente fragile il provvedimento).
Buona fortuna, Italia!