Gli USA rivoluzionano i calibri delle armi di fanteria
Gli USA rivoluzionano i calibri delle armi di fanteria
Articolo di Tiziano Ciocchetti per Difesa Online
I recenti teatri operativi, come l’Afghanistan, l’Iraq e la Siria, hanno evidenziato come le forze occidentali si trovassero in difficoltà negli scontri a fuoco contro gruppi di miliziani jihadisti armati con fucili d’assalto/LMG ex sovietici AK47/AKM, RPD in calibro 7,62×39 mm e 7,62×54 mm.
Le piattaforme della coalizione (M-16A4/M-4A1, C-7/8, SC-70/90, SA-80, FN-MINIMI/M-249 SAW), tutte in calibro 5,56×45 mm, non raggiungevano le prestazioni balistiche delle armi sopracitate, ecco quindi la necessità dell’US Army di lanciare un programma per un nuovo fucile d’assalto e una nuova arma di squadra.
Lanciato ufficialmente nel 2018, come ampliamento del programma NGSAR (New Generation Squad Automatic Rifle), il nuovo programma risulta suddiviso in due parti: NGSW-R (New Generation Squad Weapon-Rifle) e NGSW-AR (New Generation Squad Weapon-Automatic Rifle), ed è volto a sostituire le M-249 SAW e la serie M-16/M-4A1.
Tra le tre aziende finaliste risulta esserci anche la SIG Sauer (che tre anni fa si è aggiudicata la gara per la nuova pistola dell’U.S. Army con il modello P-320), che recentemente al SOFIC (Special Operations Forces Industry Conference) a Tampa, ha presentato entrambe le sue proposte per soddisfare i requisiti dell’US Army.
Per quanto riguarda l’esigenza per un nuovo fucile d’assalto, l’azienda svizzero-tedesca, ha realizzato una versione modificata dell’MCX-MR (Medium Range) in calibro 6,8×51 mm (con capacità del serbatoio di 20 colpi) – originariamente configurato in 7,62×51 mm per il programma CSASS (Compact Semi Auto Sniper System), vinto poi dalla Heckler & Koch con il G-28 – provvisto di una calciatura estensibile in polimeri; il sistema di funzionamento impiega un gas piston a corsa lunga.
Internamente alla faccia dell’otturatore troviamo due espulsori a puntone; esternamente si evidenzia la presenza di due levette di armamento: la classica a T sul modello M-4, ambidestra e posizionata sulla parte superiore, più una posta lateralmente e ripiegabile. Per quanto riguarda i comandi di sgancio del caricatore a scatola troviamo una leva su entrambi i lati dell’arma.
Mentre per la versione LMG (Light Machine Gun) la SIG Sauer propone una mitragliatrice compatta (sempre in calibro 6,8×51 mm) dotata di calciatura in polimero telescopica (e ribaltabile, sul modello ARX), con un fusto di alluminio e dotato di un corto sportello di alimentazione. Il senso di alimentazione del nastro sarebbe reversibile dall’operatore, la levetta d’armamento è posizionata sul lato destro.
La finestra di espulsione dei bossoli è collocata in basso sul lato destr dell’arma. Il selettore di fuoco dispone di tre posizioni: sicura, semi-automatico e raffica libera. La mitragliatrice della Sig adotta un sistema a sottrazione di gas, con canna parzialmente rinculante, al fine di gestire meglio il rinculo durante il tiro a raffico.
Il comune denominatore dei tre progetti in gara è il nuovo calibro 6,8×51 mm. La SIG Sauer ha sviluppato il 6,8 Hybrid, una cartuccia ibrida bi-metallica (bossolo in ottone e fondello in acciaio).
Le armi della SIG sono certamente più convenzionali rispetto a quelle presentate dagli altri due concorrenti, soprattutto rispetto all’RM-277 (vedi articolo) delle GD/BDT (in configurazione bullpup), tuttavia si basano su piattaforme già sperimentate e apprezzate da diverse forze speciali occidentali.