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No, non riusciranno a renderci buoni. Ve lo giuriamo!

Rassegna stampaIl video del corso di combat organizzato dalla polizia penitenziaria è finito sotto la lente d’ingrandimento del Garante dei detenuti in quanto ritenuto non appropriato (militarista?). A volte sembra che certe istituzioni abbiano il compito di conformarci tutti al “pensiero unico”. Sinceramente, non ne abbiamo bisogno: ci basta l’opera di moralizzazione cui veniamo quotidianamente sottoposti da parte di comunisti, cattocomunisti, paracomunisti, sardine del cazzo e globalisti politicamente corretti, che mirano a trasformarci i teneri agnelli sacrificali per darci in pasto ai nuovi barbari. Beh, sappiatelo: non ci riusciranno. Anzi saranno loro a finire divorati. Perché? Perché sono troppo stupidi!Il Garante vuole censurare il video che esalta i poliziottiIl filmato di un corso di polizia. Il Garante dei detenuti “preoccupato” per «l’approccio al lavoro». Salvini: «Solidarietà agli agenti»

Giuseppe De Lorenzo per Il Giornale

Un video “combat”. Le armi, i bersagli, le irruzioni e gli arresti. Da qualche giorno circola in rete il video promozionale di un corso di addestramento realizzato nel carcere di Opera e a cui hanno partecipato alcuni agenti della Polizia Penitenziaria. Un filmato tutto sommato innocuo. Ma che ad alcuni non è piaciuto. Il caso risale a qualche giorno fa. Secondo il Corriere, quei pochi minuti di alza bandiera, corsa e pistole avrebbero attirato l’attenzione del Garante dei detenuti, che avrebbe scritto al Guardiasigilli Alfonso Bonafede per chiedere lumi sulla realizzazione del video. Mauro Palma sarebbe «preoccupato per la visione che se ne ricava della funzione degli agenti di custodia e il tipo di approccio al loro lavoro».

A guardarlo bene, in realtà, non c’è nulla di cui preoccuparsi. Gli agenti corrono, fanno le flessioni e i piegamenti, studiano il “supporto medico in operazioni tattiche”, imparano a trasportare un ferito. Poi certo sparano contro un bersaglio, usano le armi, ma in fondo sempre di poliziotti si tratta e non si capisce bene dove debba essere lo scandalo. Troppo macho? Troppo addestramento? Troppo militarista? Mistero. Forse qualcuno le guardie carcerarie se le immagini ad aprire celle e osservare da lontano i detenuti. Ma non è così. È un mestiere difficile: aggressioni, feriti, insulti, lanci di feci urina e sangue. La domanda allora è: il problema è il video, troppo ‘maschio’, oppure il corso?

Perché in realtà si tratta di un’esercitazione formativa autorizzata dal Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria della Lombardia. Si è svolta da giungo a novembre, in tre edizioni. Dunque tutto nella norma. Il corso è stato tenuto da Omnia Secura Accademy e si è svolto sotto la direzione del Commissario Coordinatore Amerigo Fusco, comandante di reparto a Opera. «Era ed è di carattere medico ovvero di primo soccorso», spiega Donato Capece, segretario generale del SAPPE (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), «principalmente e prevalentemente per mettere il personale nelle condizioni di poter soccorrere gli altri». Se necessario, anche i detenuti.

Inevitabile la polemica politica. Per il SAPPE, quello del Garante dei detenuti è un “intervento” pretestuoso “chiaramente indirizzato contro la Polizia Penitenziaria”. Tanto che il sindacato è pronto a proporre una “legge di iniziativa popolare o un referendum abrogativo per sopprimere la figura del Garante nazionale”. Al loro fianco si schiera pure Matteo Salvini, esprimendo solidarietà agli agenti. «In un Paese normale ci si scandalizzerebbe per le aggressioni alle Forze dell’Ordine, che invece vengono attaccate di continuo», dice il leader della Lega. «Un abbraccio e un ringraziamento alle donne e agli uomini della Polizia Penitenziaria: sono sotto organico e lavorano in condizioni difficili, rischiando aggressioni da parte dei carcerati più violenti».

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