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Ok, uccidi… ma senza disturbare!

Il silenziatore è un accessorio sempre più indispensabile nelle operazioni militari e law enforcement

Il moderatore di suono

Nato come accessorio per impieghi speciali, questo dispositivo è oggi comunemente utilizzato in ambito tattico e spesso fa parte integrante dell’arma

I silenziatori, ovvero soppressori o anche moderatori di suono, sono dispositivi che si applicano alla volata dell’arma – fucile o pistola – allo scopo di ridurre il “botto” causato dalla rapida fuoriuscita dei gas di sparo dalla canna. Le armi da fuoco, infatti, sfruttano l’espansione dei fluidi prodotti all’interno della camera di scoppio dalla combustione delle polveri esplosive per lanciare i proiettili.

Un silenziatore per .22 LR (Long Rifle) smontato. Il dispositivo è suddiviso internamente in otto camere d’espansione, separate da altrettanti deflettori in alluminio, i quali, dopo il passaggio della palla, convogliano i gas di combustione all’interno delle camere, intrappolandoli e rallentandone la fuoriuscita.
Qui vediamo il silenziatore applicato ad una Ruger Mark IV 22/45 Tactical. La combinazione del soppressore di suono con la cartuccia da .22 LR è molto efficace nel ridurre il rumore di sparo.

Va precisato che i silenziatori non sono in grado di silenziare completamente la detonazione, tuttavia hanno la capacità di ridurla quasi a un sibilo, e questa dote è tanto maggiore quanto più è sofisticata la costruzione del dispositivo.

Un silenziatore Evolution 45 dell’Advanced Armament Company (AAC) per .45 ACP.
Mentre il silenziatore ha il compito di attutire il suono dello sparo rallentando l’espansione dei gas di combustione all’uscita dalla volata, l’impiego di speciali munizioni subsoniche serve a impedire il boom sonico che si genera quando la palla supera la velocità del suono.

S’aggiunga inoltre che il fragore prodotto da un’arma che spara non è costituito da un unico suono, bensì da una combinazione di più suoni: oltre a quello provocato dall’espansione dei gas, vanno considerati il rumore della meccanica interna in movimento e, soprattutto, il “bang” del proiettile che viene lanciato a velocità supersonica. In quest’ultimo caso, il rimedio per eliminare il boato consiste nell’impiego di munizionamento subsonico.

Dall’alto in basso: il silenziatore 762 Qdc/Crs-Prt (Quick Detach/Combat Rifle Suppressor) della Knight’s Armament per cartucce da .300 Winchester Magnum; l’Omega 9K della SilencerCo per calibri fino al .300 Aac Blackout; il soppressore artigianale da .22 LR già visto nelle prime foto di questo servizio, alla pagina precedente. Le dimensioni di ciascun dispositivo sono in funzione del volume e della velocità di espansione dei gas di sparo prodotti dall’arma.
Un silenziatore pesante applicato alla volata di una pistola, specie se a corto rinculo, può causare l’inceppamento dell’arma. Per questo motivo, esistono dei dispositivi aggiuntivi, chiamati booster (foto a sinistra), che si applicano tra la volata e il soppressore. Provvisto di una molla interna, il booster sfrutta i gas di sparo e serve ad agevolare il ritorno del carrello in chiusura.

I primi silenziatori per armi da fuoco furono brevettati agli inizi del Novecento dal poliedrico inventore americano Hiram Percy Maxim. Il principio di  funzionamento di tali dispositivi era sostanzialmente lo stesso ancor oggi sfruttato nei moderni soppressori, che consiste nel deviare il flusso dei gas di sparo convogliandolo all’interno di una struttura a celle comunicanti, in modo da consentirne l’espansione prima che sfoghi all’esterno. Rallentando la velocità d’uscita del fluido, si riduce l’ampiezza delle onde sonore che ne vengono generate e, di conseguenza, si attenua l’intensità della detonazione.

In generale, maggiore è il volume interno del silenziatore, maggiore è la sua efficacia. Quando si usa una .22 LR, la quantità di gas prodotto dallo sparo che fuoriesce dalla volata è modesta, pertanto anche un soppressore compatto può essere efficace.
Qui vediamo due SMG (submachine gun) serie APC (Advanced Police Carbine) della B&T dotate di silenziatori speciali.

Per ottenere tutto ciò, i silenziatori – oggi come allora – sono per lo più costituiti da cilindri metallici suddivisi all’interno da deflettori forati, la cui funzione è quella di far compiere ai gas un viaggio più o meno tortuoso prima del loro rilascio nell’aria.

Un silenziatore speciale applicato alla volata di un MP7A1 Heckler & Koch. Molte armi da fuoco moderne per uso tattico sono progettate per l’impiego in combinazione col soppressore di suono.
Ggrazie all’impiego di metalli e leghe speciali come il titanio e l’Inconel e all’introduzione di tecniche di lavorazione innovative – ad esempio le saldature CNC e la stampa 3D dei metalli – oggi è possibile realizzare silenziatori caratterizzati da livelli di affidabilità ed efficacia elevatissimi. I moderni soppressori si dimostrano dunque estremamente vantaggiosi e rappresentano ormai dei complementi indispensabili nei contesti tattici.

Il soppressore di suono si applica alla volata della canna avvitandolo ad essa per mezzo dell’apposita filettatura, oppure tramite adattatore QD (quick detach, cioè a sgancio rapido), ma ultimamente si osserva la tendenza a integrarlo all’arma come parte indivisibile della stessa. Infatti, se questo dispositivo, fino a tempi recenti, era considerato un accessorio aggiuntivo per impieghi specifici e missioni speciali, oggi invece la sua utilità è riconosciuta in un ampio spettro di situazioni operative, a cominciare da quelle tattiche, e il suo impiego appare sempre più generalizzato, tanto da indurre industrie armiere e forze armate delle principali potenze del mondo a considerarne l’ottimizzazione per l’applicazione sui fucili d’assalto e le mitragliatrici ed eventualmente, come accennato, la sua trasformazione da accessorio a vera e propria parte d’arma.

Un SR-15 Knight’s Armament con silenziatore 5,56 mm Qdss NT-4.
Nelle due foto sopra: nel corso del tempo, sono stati condotti numerosi studi anche sulle modalità di montaggio del silenziatore alla volata. Il Knight’s Armament NT-4 (foto qui a destra) è stato il primo soppressore di suono ad essere ampiamente utilizzato dalle forze militari. Inserito al suo interno, il compensatore 5,56 mm M4QD NT-4 Mams Muzzle Brake funziona come un primo deflettore, aumentando l’efficacia e la longevità del soppressore di suono.

Le qualità richieste ad un silenziatore per uso militare sono soprattutto la resistenza e la durevolezza. La struttura del dispositivo dev’essere in grado di sopportare il calore intensissimo generato dal fuoco automatico e gli sbalzi di temperatura senza subire deformazioni o rotture.

Il M5,56 mm M4QD NT-4 Mams Muzzle Brake è in grado di smorzare notevolmente il rinculo forzando la fuoriuscita laterale dei gas di sparo. Utilizzato poi in combinazione con un silenziatore dedicato, agisce efficacemente anche come deflettore aggiuntivo.
La svizzera SIG Sauer dispone della tecnologia più avanzata nel campo dei silenziatori per uso tattico. Grazie all’impiego della stampa 3D, è oggi possibile realizzare strutture interne ottimizzate partendo dal design dei deflettori convenzionali.

L’evoluzione tecnologica, specie nell’ultimo decennio, ha consentito di ottenere prodotti pienamente rispondenti alle specifiche militari e con prestazioni migliori dei soppressori di suono tradizionali. A tale scopo, più che sulle caratteristiche strutturali, la ricerca si è concentrata sui materiali costruttivi – per cui si è passati dall’acciaio inossidabile alla lega d’alluminio, fino al titanio e all’Inconel – e sulle tecniche di lavorazione, oggi comprendenti procedure sofisticate quali le saldature a controllo numerico e la stampa 3D dei metalli.

Il Flow Through Design (“design a flusso passante”) è destinato ad essere in futuro il sistema di riferimento nello sviluppo dei silenziatori militari. In genere, più efficace è il soppressore, maggiore è la pressione all’interno del dispositivo; ciò significa che, una volta lanciato il proiettile, il gas residuo uscirà in parte dalla camera di sparo aperta, dirigendosi, attraverso la finestra d’espulsione, verso il tiratore. Tali fumi, che sono tossici, alla lunga possono creare problemi di salute all’operatore. Il Flow Through Design riduce la pressione all’interno del silenziatore consentendo al gas di fluire in avanti.
Il SIG Sauer SURG (Suppressed Upper Receiver Group) è un frame superiore con moderatore di suono integrato. Fino a ieri, tranne eccezioni, i silenziatori erano quasi sempre amovibili in quanto considerati, di norma, degli accessori aggiuntivi, mentre oggi il loro impiego come parti integranti delle armi da fuoco è sempre più diffuso.

In campo tattico, l’utilità dei moderatori di suono consiste principalmente nel rendere furtiva l’azione di fuoco impedendo o rendendo difficoltosa l’individuazione degli operatori, vantaggio reso ancor più significativo dalle doti antivampa dei dispositivi, che consentono di neutralizzare la segnatura termica dello sparo nel combattimento notturno. Da non sottovalutare, poi, il miglioramento delle comunicazioni operative reso possibile dall’assenza di esplosioni e le ricadute positive per la salute uditiva del personale combattente, che non viene sottoposto ai traumi acustici dovuti alle deflagrazioni.

I moderni soppressori di suono sono sempre più leggeri e il loro impiego è ormai cosa comune anche sulle mitragliatrici.
La struttura interna di un silenziatore OSS Flow Through Technology della Huxwrx Safety Company.

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