Presto, tutti in Germania a commettere reati!
Poliziotte troppo sexy, scatta l’indagine disciplinare
Germania, scandalo in divisa: le poliziotte sono troppo sexy. Girano le foto “private”, roba da arresto
Mirko Molteni per Liberoquotidiano.it
A quanto pare, le poliziotte tedesche stanno esagerando con le foto postate sui social network. Accanto a normali scatti in uniforme, abbondano sempre più le immagini in pose languide e in abiti mozzafiato. C’è chi si sbizzarrisce con labbra e occhi dal trucco ammiccante, minigonne e tacchi vertiginosi, oppure abiti da sera con spacchi-coscia fino al bacino, e c’è chi si accontenta di tutine da palestra aderentissime. Di sicuro, facendo a gara di “likes”, molte sono diventate delle “web influencer”, ossia coloro che sfruttano la loro popolarità su internet per fare da maestri di moda.
La cosa però è diventata un problema serio e lo dimostra il fatto che il commissario capo della polizia di Berlino, lei stessa una donna, l’avvocatessa Barbara Slowik, ha avviato un’inchiesta interna per capire se il mestiere di poliziotto è compatibile con quello di web influencer e, in genere, con la caccia ai “likes” a suon di “selfie”. Non è solo un problema di decoro e rispetto dell’uniforme e delle istituzioni, ma anche di sicurezza, considerando che, a furia di postare foto e commenti, possono essere involontariamente rese disponibili in rete, anche ai malintenzionati, informazioni su vita privata, abitudini, domicili o turni operativi.
Alcune sono diventate vere star di internet, con seguiti di 30 mila “followers”. Fra esse, la bionda Adrienne Koleszar della Sassonia, che nel 2018 ha perfino ottenuto sei mesi di licenza dal servizio per girare il mondo come “influencer”.
C’è poi la mora Mehtap Oger, il cui nome tradisce origini turche, che è in servizio nella polizia di Berlino e che affianca le sue foto in uniforme a quelle da pin-up con l’hashtag #shecandoboth, cioè «lei può fare entrambe le cose». Dalla Baviera ecco invece un’altra bionda tipicamente tedesca, con occhi di ghiaccio e un volto che potrebbe benissimo sfondare al cinema, che si firma solo col soprannome “Sarribarry”. Più tranquilla è invece la commissaria di Luneburgo Isabella Harms, che si fa fotografare nella macchina della polizia circondata da gatti. Il vicepresidente del sindacato tedesco di polizia GdP, Jorg Radek, osserva: «Sia offline che online gli agenti devono rispettare i doveri ufficiali. Quando si presentano sui loro account Instagram in uniforme, hanno doveri speciali nella loro professione di dipendenti pubblici. Non devono dimenticare che portano uniformi e devono restare nei limiti del buon gusto».
L’hashtag principale su cui le poliziotte germaniche fanno bella mostra di sé è quel noto #instacops su cui postano anche molti colleghi del resto del mondo, a testimonianza che la tendenza non è solo tedesca.
E non è solo femminile, poiché anche giovani poliziotti maschi postano selfie in uniforme, come quel “Kudat96” da Colonia che, come si evince anche dall’immagine, lavora come addetto alla sicurezza di un aeroporto. Il rischio in fatto di riservatezza è sempre dietro l’angolo, dato che agenti troppo esibizionisti o loquaci sul web potrebbero essere identificati da criminali e terroristi, per venir poi rintracciati nel loro contesto privato e infine ricattati per scopi loschi, o essere oggetto di rappresaglie. Lo sa bene la stessa commissaria Slowik, poiché la notte dello scorso 15 agosto un ladro ha tentato di introdursi in casa sua, pur fuggendo poi al primo allarme. Rimasta nel dubbio se il delinquente sapesse oppure no in quale casa stesse tentando di entrare, deve aver riflettuto sul florilegio di immagini e informazioni private che i colleghi danno in pasto alla rete. Da qui la decisione di iniziare un’indagine disciplinare verso gli agenti che, anziché il grilletto facile, hanno troppo facili scatti e tastiere.