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Quei softgunner così innocui e così immaturi…

Nel grande mare della rete, ci è capitato di imbatterci nella lettera che riportiamo a seguito, inviata alla testata online Estense.com da un lettore che desiderava esprimere il proprio dissenso in merito al progetto del Comune di Ferrara di fornire pistole di “grosso calibro” alla polizia municipale. Senza entrare nel merito della questione (stendiamo un velo pietoso sui soliti luoghi comuni disarmisti espressi dal lettore), vi invitiamo a porre attenzione al passaggio della lettera in cui l’estensore accenna agli utilizzatori di ASG. Che dire? A nostro modestissimo parere, certa gente è così convinta di rappresentare la Verità in terra da permettersi di sindacare i passatempi privati altrui, stabilendo quali attività siano opportune e quali invece “adolescenziali”. Chissà con quali divertimenti “maturi” si divertono costoro. Sarebbe interessante chiederglielo.

Pistole di grosso calibro ai vigili urbani

Lettera del signor Paolo Giardini a Estense.com

Il Comune sta comprando armi “da difesa” per la polizia municipale: 160 pistole Gluck mod. 17 o 19. Beh, tutto qui? Niente fucili di precisione con cannocchiale?

Chissà se gli obbedienti consiglieri sanno che le pistole definite “da difesa” sono eufemismi fatti apposta per stendere chi viene colpito anche in parti non vitali? Cioè che risultano di fatto le armi corte più offensive possibili.

È proprio vero che non c’è limite al peggio: chi adesso comanda in Comune possiede, incredibilmente, ancor meno discernimento di quelli che comandavano in precedenza!

Un’arma da fuoco di grosso calibro è cosa ben diversa dai modelli soft-air di moda fra tanti adulti dall’adolescenza mai terminata. Senza un assiduo addestramento al tiro, il colpire con una pistola un bersaglio distante qualche metro è un mezzo miracolo, perché mano e braccio non equivalgono ad una morsa fissata al banco, e solo a premere il grilletto si sposta la bocca della canna. Risultato: il bersaglio mirato da un inesperto è spesso l’oggetto più tutelato nei dintorni. Questo nella tranquillità di un poligono con l’arma già pronta in mano, figuriamoci cosa può succedere in un’improvvisa concitazione con elementi violenti da contrastare.

Possibile che in Consiglio Comunale non abbiano mai letto sui giornali che le forze dell’ordine spesso incassano sberle da gente poco raccomandabile, ma non ricorrono mai alle armi?

Possibile che nessuno abbia tratto lezioni dalla storia del famoso Igor? Le Gluck sono attraenti e tanti balcanici malavitosi capaci di neutralizzare senza problemi, con bastoni e spray narcotici, i pericolosi cani da guardia delle case in cui intendono entrare, possono ancor più facilmente disarmare i nostri delicati impiegati pubblici in divisa.

Ora, se è giusto non lasciare inerme la polizia municipale in contesti ben più difficili che in passato, è da sciacalli negarle gli efficaci mezzi disponibili (quali gli spray al peperoncino, stun gun e taser) per privilegiare pistole di grosso calibro utili solo in inverosimili scontri a fuoco.

L’affibbiare pistole da bodyguard ad una polizia municipale avvezza da sempre a sentirsi temibile solo per il blocchetto delle contravvenzioni è una vigliaccata da immaturi cronici. Perché significa per padri e madri di famiglia in divisa l’aumentata probabilità di spiacevoli incontri dovuti proprio alla ghiotta pistola che si portano appresso.

E come si fa a dimenticare i numerosi delitti avvenuti in famiglia usando armi d’ordinanza?

Paolo Giardini

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