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Sofgunner travolto sul lavoro da lastre di marmo

Nota della nostra redazione: un altro lutto per il mondo del soft air, ma soprattutto un’altra morte sul lavoro. Il lavoro non è la guerra, il lavoro non è un gioco, il lavoro dovrebbe essere fonte di vita, per i cittadini, per le famiglie, per la società. Nessuno dovrebbe mai morire sul lavoro. Le morti sul lavoro sono una piaga per l’Italia, che nessuno, purtroppo, sembra ancora voler curare.Pietrasanta, Andrea che insegnava il mestiere ai giovani: la grande passione per i giochi di guerraLa sindacalista in lacrime. Gambassi (Fillea Cgil): «Siamo tutti sotto choc, i colleghi ma anche noi. Questo è il momento del dolore ed è anche il momento della rabbia»

Articolo di Luca Lunedì per Corriere Fiorentino

Pietrasanta (Lu), 8 settembre 2021 – Solo il rumore dei camion che passano sull’Aurelia rimbalza sulle lastre di marmo del piazzale della 2P Trading di Pietrasanta, il resto è silenzio. Una cappa che ha messo in muto tutti: giornalisti, parenti, amici e investigatori, da quando, poco prima di mezzogiorno, ieri è morto a pochi metri dalla sbarra d’ingresso Andrea Bascherini. Schiacciato da una quindicina di lastre di marmo semilavorato, quintali di pietra bianca che, senza il freno di un fermo saltato per cause anche da acclarare, lo hanno travolto non lasciandogli via di scampo. Aveva cominciato il turno la mattina, con lui un collega più giovane: non era la prima volta che gli venivano affiancati ragazzi ai quali passare il mestiere nonostante lavorasse alla 2P Trading da appena tre anni, si era già guadagnato il grado di operaio esperto. I due stavano lavando le lastre appena estratte, primo passo per la lavorazione delle “marmette”, i residui di cava per usati per le pavimentazioni. Il carico sopra, loro sotto, poi qualcosa salta e Bascherini tenta disperatamente di fermarne la caduta. La sua vita si è fermata sotto il marmo che conosceva così bene, cinque giorni dopo aver passato la soglia dei 54 anni.

Una vita divisa in tre: il lavoro da una parte, dall’altra la famiglia con la quale viveva a Ripa, frazione di Seravezza: una moglie e una figlia di 25 anni che ieri allungano la lista di vedove e orfani da morte bianca, bianca come il marmo. L’altra grande passione di Bascherini era il softair: la guerra simulata ambientata nei boschi e nelle campagne della Toscana. Giornate, e spesso notti, passate a simulare con grande realismo, azioni militari: tattica, strategia e sopravvivenza. Una passione che aveva coltivato al punto da passare l’esame di arbitro ed entrare a far parte del CoReTo, il comitato regionale toscano della Figt, la federazione italiana giochi tattici.

Entrano ed escono dall’azienda a testa bassa i colleghi, qualcuno si aggira ancora per il piazzale dove tutto, marmo e attrezzi, è stato congelato dai carabinieri che, per ore, hanno ascoltato i racconti di chi era con lui. A cominciare dall’operaio che si è salvato per miracolo dal crollo del marmo, rimediando solo una ferita alla mano. Esce in lacrime anche Alessia Gambassi, segretaria generale della Fillea di Lucca, non riesce a trattenere l’emozione quando commenta: «Siamo tutti sotto choc, i colleghi ma anche noi. Questo è il momento del dolore ma è anche il momento della rabbia perché ogni volta si dice che non si deve morire di lavoro e invece si continua a morire di lavoro». L’azienda non era fra quelle segnalate per pratiche non sicure, nessuno dei quattordici dipendenti aveva mai presentato esposti su questo tema. Bascherini è il terzo morto sul lavoro in appena due giorni in Toscana, una catena del lutto che pesa più del marmo che l’ha ucciso: «C’è qualcosa di grosso che non va, sicuramente, l’abbiamo detto tante volte che bisogna fare qualcosa per fermare queste tragedie ma sembra ogni volta che non si faccia nulla», conclude Gambassi, «questa è una battaglia che non possiamo vincere da soli, dobbiamo essere tutti insieme, le istituzioni e la parte politica per vincere una battaglia che è di dignità e di civiltà».

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