Tredici cose che non tutti sanno sullo sniping e gli sniper
Tredici cose che non tutti sanno sullo sniping e gli sniper
Un tempo i tiratori scelti contribuivano in maniera significativa all’esito delle guerre.
La presenza di cecchini era sufficiente a impedire lo schieramento o l’avanzata di un battaglione di fanteria: le teste dei soldati esplodevano improvvisamente senza un perché…
Con lo sviluppo delle moderne tecnologie e il progredire degli studi militari, l’importanza degli sniper sul campo di battaglia è, se possibile, aumentata.
Un tiratore scelto ben nascosto scatena il terrore tra le fila nemiche, e l’area costituita dal suo settore di tiro diventa il posto più pericoloso del mondo.
Diamo uno sguardo ad alcuni fatti e curiosità riguardo lo sniping e gli sniper che forse non tutti conoscono.
1. Il sottotenente dell’esercito finlandese Simo Häyhä, tiratore scelto durante la guerra d’inverno contro l’Armata Rossa (1939-1940), vanta il maggior numero di nemici uccisi: ben 505… e con l’ausilio delle sole mire metalliche! In proposito, va rimarcato che in genere si pensa che non possa esistere un fucile da sniper senza cannocchiale telescopico…
2. Non esistono “talenti naturali” nel moderno sniping, né azioni improvvisate né tanto meno svolte d’impulso. Gli sniper di oggi vengono addestrati per essere innanzitutto dei soggetti equilibrati, capaci di ponderare bene le proprie azioni piuttosto che sparare come fuoriclasse del tiro a segno. Insomma, essere un “talento naturale” nello sniping è sicuramente eccitante, ma poi occorre prendersi la responsabilità di ogni colpo sparato, di ogni nemico ucciso così come di ogni nemico mancato.
3. Il vento e la forza di gravità possono deviare la traiettoria di un proiettile di oltre 10 metri rispetto al punto di mira. Si pensi che, per poter colpire il bersaglio, il colpo documentato in questa animazione è stato sparato apportando una correzione di ben 17 metri a causa del vento.
4. Saper tirare in modo preciso non è una dote perenne e definitiva: se smettiamo di sparare per un po’ di tempo, smettiamo di essere cecchini. Occorre esercizio, esercizio, esercizio.
5. Nei sistemi di combattimento attuali, uno sniper è pressoché inutile senza uno spotter. L’osservatore serve a perfezionare/ottimizzare l’azione del cecchino aiutandolo di colpire correttamente il bersaglio. Lo spotter ha il compito di rilevare la distanza del bersaglio e la velocità del vento, comunicando i dati allo sniper in modo che quest’ultimo agisca il più rapidamente possibile.
6. La tuta mimetica indossata dagli sniper (e dagli spotter) si chiama ghillie suit. Un capo del genere può nascondere completamente l’operatore alla vista del nemico anche da breve distanza.
7. Poiché gli sniper sono spesso costretti a restare in appostamento per molte ore, usano esercitarsi praticando dei giochi che aiutano a migliorare l’attenzione. Uno dei più popolari è il “Kim’s game”, che viene insegnato ai boy scout di tutto il mondo. L’esercizio consiste nel memorizzare tutti gli oggetti osservati in un breve intervallo di tempo, quindi elencarli per testare le proprie capacità di osservazione e memorizzazione.
8. Gli sniper imparano a seguire e a mantenere ingaggiato il bersaglio con grande pazienza. Il soggetto da colpire potrebbe costringerli a restare in una determinata posizione per molte ore, durante le quali il tiratore non può permettersi di muovere un muscolo per non rischiare di essere scoperto, catturato e ucciso.
9. In genere, i cecchini attendono la deflagrazione di un colpo di artiglieria o una forte esplosione per premere il grilletto, in quanto il boato è in grado di coprire completamente il colpo del fucile mantenendo dissimulata la posizione dello sniper. I fucili utilizzati dai tiratori scelti sono potenti e quindi molto rumorosi, per cui il suono dello sparo può rivelarne la posizione rendendoli totalmente vulnerabili.
10. La regola che prescrive di nascondere le insegne di grado degli ufficiali e di astenersi dal salutare militarmente i superiori sul campo di battaglia è stata appositamente creata per far fronte all’eventuale presenza di cecchini.
11. I cecchini si servono di “esche” quali munizioni, armi, pacchi alimentari o medicine che essi stessi abbandonano sul campo per poi sparare al nemico che si dispone a recuperarle.
12. I cecchini catturati vengono quasi sempre passati subito per le armi, di conseguenza, prima della cattura, essi gettano via tutto ciò che potrebbe farli riconoscere dal nemico come tali. Il fatto è che i tiratori scelti uccidono in maniera “subdola”, senza partecipare a scontri aperti, e questo spinge i soldati nemici a ucciderli per rappresaglia ignorando le leggi di guerra.
13. In genere, si pensa che gli sniper mirino preferibilmente alla testa, ma in realtà il loro obiettivo primario è il corpo, dato che si ripropongono di causare emorragie, lesioni ai tessuti e distruzione degli organi vitali. I colpi alla testa vengono di norma evitati in quanto il cranio è un bersaglio troppo piccolo sulle distanze medio-alte. Un abbattimento sicuro si ottiene infliggendo un danno molto vasto, ed è questo ciò che desidera un cecchino.
Concludiamo citando una frase che si potrebbe usare come macabro motto degli sniper: you can run as fast as you want, but you will just die (“puoi correre veloce quanto vuoi vuoi, ma morirai”).
La citazione originale è: Sono un cecchino, non serve correre, morirai stanco.